Aso App Stor Optimization ottimizzazione

App Store Optimization (ASO), l’ottimizzazione per le app mobile

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Nel Digital Marketing, il termine “ottimizzazione” è quasi sempre associato al mondo della SEO, del posizionamento, e dell’indicizzazione per contenuti e siti web.

Forse però non tutti sanno che esiste un universo parallelo in cui le ottimizzazioni non vengono fatte per posizionare siti web ma qualcosa che, altrettanto quotidianamente, ci fa compagnia: le app mobile.

Stiamo parlando della ASO (App Store Optimization), l’ottimizzazione per il mondo delle app, ovvero tutte quelle azioni che rientrano in un processo per cui un’app, seguendo specifici parametri, aumenta la propria visibilità e compare in una determinata posizione dello store – sia esso App Store, Google Play Store o alternative come My App di Tencent o l’App Gallery di Huawei.
Un altro tipico esempio di ciò che si definisce MarTech, quindi la perfetta convergenza di Marketing e Tecnologia.

Per avere un’idea della competizione che c’è tra i professionisti della ASO, basti pensare ai numeri del mercato globale: su App Store oggi è possibile scaricare 1,96 milioni di app diverse, mentre su Google Play Store la scelta aumenta fino a 2,87 milioni di app (fonte: https://www.statista.com/statistics/276623/number-of-apps-available-in-leading-app-stores/).

Quindi, credere che l’ottimizzazione di un’app si riduca a una singola azione o che basti effettuarla prima di caricare l’applicazione sullo store, è errato.

Visto l’altissimo livello di competizione presente nel settore, e considerato che le specifiche degli store possono mutare di giorno in giorno, è impensabile non monitorare quotidianamente ogni minimo cambiamento. È necessaria tanta pazienza, provare, testare, cambiando anche una singola parola al fine di migliorare le prestazioni.

Quindi, proprio per queste ragioni, è indispensabile agire in ottica di App Store Optimization.

Photo by Austin Distel on Unsplash

App Store Optimization: cosa fare e cosa NON fare

Una delle azioni preliminari nel campo della ASO, come del resto anche per la SEO tradizionale, è certamente il tentativo di intercettare l’intento di ricerca degli utenti, quando si trovano a voler scaricare un’app.

Proprio come lo studio della search intent delle parole chiave per la SEO, anche in questo caso cercare di intuire cosa – e come – gli utenti cercheranno un’app può essere determinante nel posizionamento.

  1. Le parole sono fondamentali
    Su App Store, ad esempio, il campo delle parole chiave è limitato a 100 caratteri (circa 12/15 parole ). È chiaro quindi come la ASO diventi un lavoro certosino che impone un’estrema precisione.
    E, soprattutto, per non incorrere in rifiuti da parte dell’App Store, è necessario evitare quanto segue:
    – Plurali di parole spesso incluse in forma singolare
    – Nomi di categorie o la parola “app”
    – Parole duplicate (evitare di ripeterle nel campo dei sottotitoli e delle parole chiave)
    – Caratteri speciali, come # o @, a meno che non facciano parte dell’identità del marchio
    – Uso non autorizzato di termini registrati come marchi, nomi di celebrità e altre parole e frasi protette – anche se lo staff Apple raramente fa rispettare quelle utilizzate nel campo delle keywords ‘nascoste’
    – Termini che non sono rilevanti per l’app
    – Nomi di app concorrenti – anche se lo staff Apple raramente fa rispettare quelle utilizzate nel campo delle keywords ‘nascoste’
    – Termini irrilevanti, inappropriati, offensivi o discutibili

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  2. Accattivanti, a partire dal nome
    Concedendo a tutto il tempo materiale di uno scroll, il nome della app deve essere di impatto. Sappi che sia su App Store che su Google Play Store, il nome di un’app può contenere fino a 30 caratteri.
    La stessa importanza riservata alla scelta del nome va sicuramente destinata al sottotitolo (altri 30 caratteri al massimo) e a una descrizione che in pochissime parole sia in grado di spiegarne caratteristiche e funzionalità.
    La descrizione non deve necessariamente avere la brevità di titolo e sottotitolo (su Play Store, ad esempio, ha un massimo di 4000 caratteri), ma va da sé che la prima frase è quella più importante, poiché può essere letta dall’utente senza dover cliccare per leggere di più. 
    Pochi fronzoli e tanta sostanza: essere il più specifici possibile è uno dei segreti per il successo di un’app.
  3. La giusta categoria
    Ogni applicazione rientra in una categoria: potrebbe sembrare una scelta semplice, ma assegnare la categoria primaria a un’app può risultare di grande rilevanza per il suo posizionamento.
  4. Anche l’occhio vuole la sua parte
    L’icona è uno di quei dettagli che maggiormente può colpire un utente e “convincerlo” a scaricarla o meno. Per questo va prestata la massima attenzione anche all’aspetto grafico e visivo, facendo in modo che diventi un ulteriore punto di forza della vostra app.
  5. Recensioni e valutazioni sono fondamentali
    Proprio come quando scegliamo la meta della prossima vacanza o il ristorante per una cena, nella cui valutazione influiscono le recensioni che leggiamo in rete o le valutazioni dei nostri amici, anche nel download di un’app anziché un’altra, valutazioni e recensioni positive sono importantissime.
    Attenzione però: guadagnarsele senza barare è la strada migliore per scalare le classifiche (fonte: https://www.apptentive.com/blog/2011/10/09/better-ratings-for-your-applications/).
  6. Screenshots ed esempi fanno la differenza
    Un altro aspetto a prima vista secondario, che invece incide parecchio sul lavoro degli esperti di App Store Optimization, è  quello inerentela parte grafica e visual.
    Icone e screenshots che spiegano, raccontano e descrivono le caratteristiche e le funzionalità di un’app sono fondamentali nel processo di ottimizzazione e posizionamento. Non si tratta solamente di estetica ma di user-experience: più l’utente sarà facilitato nella scelta, maggiori saranno le probabilità che scarichi la vostra app.
    I primi tre screenshots, ad esempio, quelli immediatamente visibili all’utente, sono i più importanti: da loro, molto probabilmente, potrebbe dipendere gran parte del successo di un’app, quindi vanno realizzati scegliendo immagini dallo stile pulito, luminose, facilmente leggibili.

Fonti: https://developer.apple.com/app-store/search/
https://developer.apple.com/app-store/product-page/
https://play.google.com/about/developer-content-policy/

Differenze tra ASO e SEO

Come già detto, le parole chiave inserite nel titolo, nel sottotitolo e nella descrizione della app sono decisive per gli algoritmi che determinano il ranking degli app store.

Oltre che per combattere la concorrenza di migliaia e migliaia di app, magari con caratteristiche o scopi simili, la scelta delle parole chiave deve essere accurata, e deve seguire un attento benchmarking perché il rischio che l’app venga sospesa o non accettata è molto concreto.

Fatto questo che potrebbe verificarsi qualora, ad esempio, nei metadati siano presenti parole chiave irrilevanti.

Inoltre, se per la strategia SEO di un sito web è assolutamente fondamentale la frequenza delle parole chiave, un discorso diverso va fatto per la ASO.

A questo proposito, bisogna specificare che le policy dei due principali store sono molto diverse.

Nello store di Android, che fa parte della grande famiglia di Big G, l’algoritmo non è molto diverso rispetto a quello del motore di ricerca: questo fa sì che la ripetizione strategica delle parole chiave, proprio come per la SEO, rappresenti una buona pratica anche per la ASO (ovviamente dovresti evitare un uso eccessivo – ripetere la parola chiave fino a 4-5 volte nella descrizione è la pratica migliore).

Per quanto riguarda lo store di Apple, invece, questa parte dell’ottimizzazione funziona esattamente nel modo opposto: le linee guida dell’azienda fondata da Jobs, Wozniak e Wayne, infatti, consigliano di usare ogni parola chiave all’interno dell’App Store soltanto una volta. Un loro uso ripetitivo potrebbe addirittura essere sanzionato con la sospensione o l’esclusione della app dallo store.

Infine, a differenza di un sito web, che potenzialmente può posizionarsi anche per un numero elevato di parole chiave, le parole chiave per cui una app può ambire al posizionamento sono veramente poche.

Le app che generalmente troviamo in Top10, ottengono quel ranking per 65-110 parole chiave su App Store e per 60-105 parole chiave su Google Play Store. (fonte: https://www.tune.com/blog/app-store-optimization-win-google-play-app-store-search/)

La strategia della “coda lunga” (termini di ricerca composti da 3 o più parole chiave, generalmente più specifiche e precise rispetto a parole chiave più generiche e di conseguenza con volumi di ricerca e di traffico più bassi), molto utilizzata in campo SEO e in grado di dare anche molte soddisfazioni, per la ASO è pressoché inutile: questo perché le query di ricerca all’interno degli store sono brevi, con la naturale conseguenza che l’importanza di una parola chiave di coda lunga risulterebbe meno competitiva.

Un ultimo appunto a proposito dei tempi dei due processi: la SEO è un processo spesso molto lento in cui i risultati possono essere visibili anche dopo mesi, mentre nel caso dell’App Store Optimization è possibile vedere i miglioramenti, così come i peggioramenti, già nell’arco di un solo giorno.

Aso App Stor Optimization ottimizzazione
Photo by Maulik Sutariya on Unsplash

Numeri e curiosità sulle app

Più di 70 miliardi di app sono state scaricate nei primi 6 mesi del 2020 (la pandemia ha certamente avuto un forte impatto su questi dati).

Nel secondo trimestre del 2020, in India, sono state scaricate circa 7 miliardi di app (quasi tutte da Google Play Store), negli Stati Uniti quasi 4 miliardi (la maggior parte da App Store), mentre in Brasile le app scaricate sono state 3 miliardi.

Sempre nel secondo trimestre del 2020, Zoom e TikTok* risultano essere le app più scaricate al mondo con circa 300 millioni di download.
Negli ultimi 3 anni (dal 2016 al 2019) la crescita globale di download di app è stata del 45%.

Migliorare le tue competenze ASO e lavorare periodicamente su tali ottimizzazioni ti porterà in una posizione di leadership in un settore strategico come quello dell’Internet mobile. Anche in questa occasione, MarTech viene in soccorso, con strumenti e piattaforme che ti permettono di essere sempre aggiornato sulle best practice legate ad ASO.
Se sei pronto ad arricchire il tuo stack tecnologico con una di queste soluzioni, ti suggeriamo di partire da uno di questi articoli:

In conclusione, l’App Store Optimization è certamente una delle pratiche importanti da conoscere per avere successo nella distribuzione di un’app sul mercato, ma rappresenta comunque una parte fondamentale all’interno della strategia di marketing per app, ed è senza dubbio lo strumento perfetto per migliorare ulteriormente il successo di un’applicazione e la sua user experience. Inoltre, aspetto da non sottovalutare, permette di risparmiare budget puntando maggiormente sui download organici. La maggioranza degli utenti navigano negli store senza sapere esattamente cosa scaricare, quindi perché non provare a essere il più persuasivi e accattivanti possibile, sfruttando il potenziale che può offrire un’accurata strategia ASO?

1 -Grand app downloads
Download totali di app per trimestre (miliardi) – fonte https://sensortower.com/
2 - App downloads conutries
Download di app per Paese, dal 2016 al 2019 – fonte https://sensortower.com
3 - Grand app downloads countries
Download totali di app per Paese, secondo trimestre 2020 (miliardi) – fonte https://sensortower.com
4 - World's most downloaded apps
App più scaricate al mondo nel 2019 (milioni)  – fonte https://sensortower.com
5 - World's most downloaded apps
App più scaricate al mondo, secondo trimestre 2020 (milioni) – fonte https://sensortower.com

*Le ultime due classifiche, non tenendo conto dei download di terze parti cinesi, non includono statistiche per app come WeChat, Tencent Video e Alipay. I download aggiuntivi di Douyin (TikTok in versione cinese) potrebbero aver fatto balzare al primo posto il social network di Bytedance